Le Emozioni: la bussola che ci indica la direzione

Si parla spesso di emozioni ma, esattamente cosa sono? A che cosa servono? E qual è la loro funzione nel percorso evolutivo della nostra vita?

Esistono due tipologie di emozioni: le primarie, che sono preorganizzate, innate ed universali, condivise da tutte le persone a prescindere dal loro contesto culturale e le emozioni secondarie. Queste ultime sono elaborate dall’esperienza, sono emozioni più complesse e spesso derivano da una combinazione di emozioni primarie e dall’esperienza sociale e culturale (come, ad es., il senso di colpa).

In questo articolo approfondiremo le emozioni primarie che sono:

  1. Gioia: Un senso di soddisfazione e benessere.
  2. Tristezza: Un’emozione negativa associata a sentimenti di perdita e disperazione.
  3. Paura: Un sentimento di ansia o apprensione in risposta ad una minaccia percepita.
  4. Rabbia: Una risposta emotiva a ciò che è percepito come ingiusto o frustrante.
  5. Sorpresa: Una reazione improvvisa a qualcosa di inatteso.
  6. Disgusto: Una forte avversione verso ciò che si trova spiacevole o inaccettabile.

Queste emozioni rappresentano un dispositivo di cui siamo dotati che svolge un ruolo cruciale nella nostra esistenza, quello di guidarci ed orientarci in direzione dei nostri bisogni reali. Ad esempio: la rabbia è un’emozione che parla di uno spazio personale violato, oppure di una ingiustizia subita. Riconoscere questa emozione, dunque, permette di poter agire per soddisfare il bisogno che rappresenta; nel caso dell’esempio consente di agire per ottenere il rispetto degli spazi personali o della giustizia dovuta.

Pertanto, le emozioni sono funzionali al proprio benessere ed imparare a riconoscerle è il primo passo per comprendere ciò di cui si ha bisogno, al fine di poter soddisfare queste esigenze.

La capacità di autoregolazione emozionale appare dunque una priorità quando si decide di occuparsi del proprio benessere. Per imparare a contattare e gestire le proprie emozioni è necessario un percorso di introspezione e consapevolezza di sé. Ecco alcuni passaggi che possono aiutare a stabilire un contatto più profondo con le proprie emozioni:

  • Riconoscimento: Il primo passo è riconoscere le emozioni. Cercare di identificare ciò che si sta provando in un dato momento. Dare un nome a quella sensazione.
  • Accettazione: Accettare le emozioni senza giudicarle. Bisogna sempre ricordare che è normale provare un’ampia gamma di emozioni, e ognuna di esse ha un suo valore e una sua ragione di essere. Qualunque emozione è legittima!
  • Espressione: Trovare un modo sano di esprimere le emozioni rappresenta un aspetto fondamentale per la loro gestione. Alcuni esempi di espressione delle emozioni possono essere la conversazione con qualcuno di fiducia, la scrittura su un diario, la pratica di un’arte o di uno sport, ecc.
  • Riflessione: Dedicarsi a momenti di riflessione per capire le origini delle proprie emozioni. Chiedersi perché si sta provando una certa emozione e cosa può averla scatenata, può aiutare a comprendere meglio se stessi e le proprie reazioni.
  • Ascolto del corpo: Le emozioni sono collegate a sensazioni fisiche; prestare attenzione a come il proprio corpo reagisce a diverse emozioni può essere un utile indicatore per riconoscerle e gestirle.
  • Meditazione e Mindfulness: Pratiche come la meditazione e la mindfulness possono aiutare a migliorare la propria consapevolezza emotiva. Concentrandosi sul presente e osservando i propri pensieri e sentimenti senza giudizio, conduce ad una migliore gestione delle proprie emozioni.
  • Supporto professionale: La difficoltà di riconoscimento e gestione delle emozioni influenza negativamente la vita quotidiana, potrebbe essere utile, in questi casi, cercare il supporto di un professionista, come uno psicologo o uno psicoterapeuta.

Quando non siamo in grado di riconoscere le nostre emozioni il pericolo è che queste vengano travisate, fraintese, confuse e noi corriamo il pericolo di rispondere ad esse in modo disfunzionale, cioè in un modo che non soddisfa il bisogno reale che c’è dietro. Il nostro bisogno!

Bisogna sempre ricordare che imparare a contattare e gestire le proprie emozioni è un processo che richiede tempo, pazienza e pratica. Essere gentili con sé stessi durante questo viaggio è fondamentale.